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Il segmento testuale La cultura è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 529Entità Multimediali , di cui in selezione 16 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 794

Brano: [...]otere proletario. Secondo questi intellettuali, Io Stato proletario doveva avere anche una « scienza proletaria », un’« arte proletaria » e così via. II Proletkul’t fu per parecchio tempo lo strumento organizzativo, con il quale alcuni gruppi di letterati si proposero di creare una « cultura proletaria ».

Il Proletkul’t non fu un movimento unitario. Agli « iconoclasti » come Majakovskij (v.) che avrebbero voluto distruggere tutti gli idoli della cultura borghese, si contrappose l'antesignano Bogdanov convinto che compito del proletariato non fosse di distruggere, ma di assimilare la cultura dei passato per crearne una nuova.

Negli anni della guerra civile il Proletkul’t ebbe una notevole espansione: incoraggiò gli artisti proletari, fondò circoli nei centri della provincia, pubblicò giornali e riviste per diffondere la cultura fra i lavoratori.

All’inizio del 1920 un gruppo di scrittori raccolti intorno alla rivista Kuznitza (La Forgia o La Fucina), lanciò un manifesto noto come « La bandiera rossa della dichiarazione programmatica dell’arte proletaria ». Nel maggio 1920 il gruppo tenne una conferenza preparatoria cui aderirono 150 autori e che sfociò, in ottobre, nel Congresso panrusso degli scrittori proletari, il quale decise di fondare la Vsierossiiskaia Assotziatzia Proletarskich Pisateliei

o V.A.P.P. (Associazione panrussa degli scrittori proletari). Tra i vari gruppi letterari sorsero grandi discussion[...]

[...]panrusso degli scrittori proletari, il quale decise di fondare la Vsierossiiskaia Assotziatzia Proletarskich Pisateliei

o V.A.P.P. (Associazione panrussa degli scrittori proletari). Tra i vari gruppi letterari sorsero grandi discussioni e polemiche, sempre stimolate dal Proletkul’t, cui non poterono estraniarsi i dirigenti e teorici del partito, da Lenin a Trotzkij, Bucharin, Lunaciarski, Voronskij ecc..

Lenin ribadì la propria opinione sulla cultura proletaria, intervenendo il 9.10.1920 al Congresso della gioventù e affermando: « La cultura proletaria non è qualche cosa che sbuchi fuori da chissà dove, non è un'invenzione di coloro che se ne dicono specialisti. La cultura proletaria deve consistere nello sviluppo sistematico di tutto il sapere che l’umanità ha elaborato sotto il giogo della società capitalistica, della società burocratica. Tutte queste strade e tutti questi sentieri conducevano, conducono e continueranno a condurre alla cultura proletaria ». (Cfr. Lenin, Opere, voi. 31, pag. 273. Editori Riuniti}.

Le conseguenze della N.E.P.

La conclusione vittoriosa della guerra civile e l’introduzione della N.E.P. (v.) portarono a un indebolimento del Proletkul’t.

Per controllare il movimento, che stava sfuggendo di mano, una ri

794



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 298

Brano: [...] parlamentari, presentazione di A. Fanfani e introduzione con biografia di A. Tramontana, Roma 1970.

Per il suo itinerario umano e scientifico si vedano: M. Ferrari Aggradi, Ezio Vanoni. Vita pensiero e azione, Roma 1956; P. MalcovatiP. SaracenoG. Spini, Ezio Vanoni, Torino 1958.

Per una miglior collocazione storicopolitica dell'opera vanoniana servono soprattutto P. Barucci, Ricostruzione pianificazione mezzogiorno, Bologna 1978 e AA.VV., La cultura economica nel periodo della ricostruzione, a cura di G. Mori, Bologna 1980. Naturalmente innumerevoli sono i riferimenti al ruolo decisivo avuto da V. che si riscontrano in tutti gli studi sull'economia italiana del secondo dopoguerra e che qui è impossibile indicare.

L.Bed.

Vaphiadis, Markos

Markos. N. nel 1906 in Asia Minore; operaio e dirigente comunista greco.

Giunto a Salonicco (Grecia) nel 1922 profugo dopo la sconfitta della Grecia (v.) nella guerra contro la Turchia, nel 1924 si stabilì a Kavala (Macedonia), dove trovò lavoro in una manifattura di tabacchi. Nel 1927 si isc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 242

Brano: [...]uzzatto, Balbino Giuliano, Giuseppe Donati, Edoardo Giretti e Pietro Silva. “L’Unità” rappresentò un momento importante nella definizione della linea politica del suo promotore e, nello stesso tempo, fu lo specchio degli approdi ai quali si avviavano (più o meno temporaneamente) co

scienze e intelligenze di un ceto di colti democratici intensamente partecipi, ciascuno a suo modo, del tumultuoso dibattito critico accesosi intorno alle sorti della cultura della crisi di fine secolo.

Con la sua iniziativa, Salvemini tendeva a portare verso esiti più congeniali al suo “concretismo”, e in uno scontro più ravvicinato con i grandi temi del rinnovamento del Paese (a partire in primo luogo dal Mezzogiorno), le esperienze e i confronti spesso disordinatamente compiuti dal gruppo dei redattori de “La Voce”. Al di là delle incontinenze avanguardistiche del linguaggio e degli scarti di umore di un intellettualismo semplificatorio fino al semplicismo più disarmante, nell'attività dei “vociani” Salvemini aveva ravvisato i meriti derivanti da polemiche c[...]

[...]ese (a partire in primo luogo dal Mezzogiorno), le esperienze e i confronti spesso disordinatamente compiuti dal gruppo dei redattori de “La Voce”. Al di là delle incontinenze avanguardistiche del linguaggio e degli scarti di umore di un intellettualismo semplificatorio fino al semplicismo più disarmante, nell'attività dei “vociani” Salvemini aveva ravvisato i meriti derivanti da polemiche che tendevano a scuotere le sonnolenze e i ritualismi della cultura imperante, nonché la tensione orientata a chiarire ruoli e prospettive delle singole forze in movimento sulla scena italiana, ma l’avevano irrimediabilmente separato dalla pattuglia vociana i primi conati di indulgenza nazionalisticoespansionistica e l'inclinazione dei suoi mentori a disertare, in fondo, gli impegni seriamente politici, la responsabilità di una « discesa sul campo ».

Le: polemica con il P.S.I. e con il "gioì itti smo"

Il 1911, anno di nascita del settimanale, fu anche significativamente l’anno in cui Salvemini abbandonò

il Partito socialista: in modo silenzioso, senz[...]

[...] assoggettarono la rivista, fin dal suo esordio, a un duplice destino: « da una parte, con le sue analisi severe », essa accumulerà « un retaggio prezioso per la formazione di leve rivoluzionarie più mature; dall’altra, con la sua fiducia di rinnovare

I partiti governandoli dal l'esterno, alimenterà le ambizioni politiche della piccola borghesia radicale e meridionalista, spingendola aH’organizzazione autonoma della protesta contadina » (Cfr. La cultura italiana del '900 attraverso le riviste, Volume quinto “L’Unità”, “La Voce politica (1915)”, a cura di G. e A.G., Torino, 1962, Introduzione) .

Com’era nel suo costume, Salvemini ingaggiò una battaglia senza mezzi termini contro il clientelismo, l'aristocraticismo operaio, la corruzione del ceto di governo, le parole d’ordine che, accompagnando gli entusiasmi per l’impresa libica, sciorinavano le formule di un sorgente imperialismo d’accatto. In Salvemini (pignolissimo direttore della rivista, per la quale non esitava a compiere sacrifici personali gravosi e addirittura a compilare gli ind[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 365

Brano: [...]vennero così a contemperarsi il rigore filologico della scuola storica torinese e l’attenzione al rapporto tra fatti letterari e società, propria del gruppo democratico riunito attorno a Gobetti. Fino al 1936 insegnò poi presso una scuola media di Ferrara e, contemporaneamente, indirizzò i propri studi verso la letteratura italiana delle origini, scrivendo nel 1926 il suo primo saggio su Jacopone da Todi. Successivamente collaborò a “Pegaso’\ a “La cultura” e al “Giornale storico della letteratura italiana” con vari saggi, confluiti nel 1934 nel volume II trecento della Storia letteraria d’Italia per secoli, edita da Vallardi. Incaricato aH’Università di Firenze nel 1935, l’anno successivo ottenne la cattedra di Storia della letteratura italiana presso l’Università di Palermo; l’anno successivo fu trasferito a Roma, dove tra il 1938 ed il 1943 fece parte del gruppo antifascista comprendente, tra gli altri, Pietro Ingrao, Antonello Trombadori, Mario Alicata, Carlo Salinari (v.). Nel 1944 si iscrisse al P.C.I. ma ne uscì nel 1956, senza rinnegare[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 108

Brano: [...]lasse sfruttata di oggi, ma trionfatrice di domani, tutto ciò è altamente rivoluzionario. Attorno allo stadio, il posto dei rivoluzionari è segnato. Il capitalismo vi è presente, decorando le tribune delle sue bandiere tricolori, inondandole dei suoi servi ufficiali, spiando lo sport, malgrado la ripugnanza istintiva degli sportivi, per sfruttarlo come il resto. La parola d’ordine nostra dev’essere di dare allo sport la sua fisionomia di classe. La cultura fisica, l’atletismo, lo sport, tutto ciò che forma l’individuo e dà la sua respirazione collettiva alla massa, affretta la liberazione della classe oppressa ».

Apolloni, Crispino

N. a Dorsino (Trento) il 3.5.1909, m. a Dachau il 20.3.1945. Valoroso antifascista, fu volontario in Spagna nelle Brigate Internazionali. Durante la seconda guerra mondiale, fu tra gli organizzatori della Resistenza in Francia. Partigiano combattente nei Francstireurs Partisans, fu catturato dai tedeschi. Deportato nel campo di Dachau, vi venne ucciso un mese prima della Liberazione.

Appeasement

Termine d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 421

Brano: [...]ormandia. I due uomini

di stato si incontrarono inoltre con il Presidente della Repubblica turca Ismet Inònu, presente anche l’ambasciatore sovietico ad Ankara. NeH’incontro si riaffermarono i legami di amicizia che univano la Turchia agli Alleati.

Cajumi, Arrigo

Saggista e critico. N. a Torino il 22.10.1898, m. a Milano il 7.10.1955. Diplomatosi in ragioneria a Torino, si formò culturalmente alla scuola di De Lollis, alla cui rivista « La cultura » collaborò assiduamente. Fu amministratore di società industriali. Ingegno caustico, uomo di grande erudizione, animato da uno spirito illuministico, fu sincero antifascista.

Amico di Piero Gobetti, fece parte del "suo gruppo e collaborò a « Il Baretti » e a « Rivoluzione liberale ». Dal 1921 al 1928 fu redattore de « La Stampa », che lasciò per la sua opposizione al fascismo e alla quale tornò a collaborare soltanto dopo la Liberazione. Della rivista La Cultura divenne il direttore nel 1928 fino al momento della sua soppressione, nella metà del 1935. Quando, per opera dell’informatore de[...]

[...]ò assiduamente. Fu amministratore di società industriali. Ingegno caustico, uomo di grande erudizione, animato da uno spirito illuministico, fu sincero antifascista.

Amico di Piero Gobetti, fece parte del "suo gruppo e collaborò a « Il Baretti » e a « Rivoluzione liberale ». Dal 1921 al 1928 fu redattore de « La Stampa », che lasciò per la sua opposizione al fascismo e alla quale tornò a collaborare soltanto dopo la Liberazione. Della rivista La Cultura divenne il direttore nel 1928 fino al momento della sua soppressione, nella metà del 1935. Quando, per opera dell’informatore dell’Ovra Dino Segre [Pitigrilli), il 15.5.1935 furono arrestati a Torino oltre 200 antifascisti — un duro colpo per il movimento c* Giustizia e Libertà » — anche il nucleo di intellettuali antifascisti che si raggruppava intorno alla rivista « La Cultura», edita allora da Giulio Einaudi, risentì dell’azione poliziesca. Editore, direttore e redattori furono fermati dalla polizia, e la rivista stessa soppressa.

Critico di Benedetto Croce, da lui definito precursore del fascismo, esperto conoscitore di SainteBeuve, dopo il lungo silenzio impostogli dal fascismo C. ottenne un notevole successo di critica con il volume Pensieri di un libertino

(1947), zibaldone di rigorose polemiche e di scritti di raffinata cultura. Tra i suoi saggi si ricordano anche I cancelli d’oro (1926), Colori e Veleni (1956) e Pietro Pancrazi (1957) pubblicati postum[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 736

Brano: [...]ere ahche nuovi artisti e scrittori, che solo dopo aver combattuto nella Resistenza potevano infine, per continuarla, impegnarsi ad esprimerla in termini di cultura. Una valutazione delle loro opere e della misura in cui questo loro compito sia riuscito, rientra quindi nel quadro di un giudizio sul periodo posteriore alla Liberazione. V.Ge.

Bibliografia essenziale: E. Garin, Cronache di filosofia italiana (19001943), 2* Ediz., Bari, 1966; id. La cultura italiana tra '800 e '900, Bari, 1962; E.R. Papa, Storia di duemanifesti (il fascismo e la cultura italiana), Milano, 1958; A. Abbate, La filosofia di B. Croce e la crisi della società italiana, 2a ediz. Torino, 1966; R. Zangrandi, Il lungo viaggio attraverso il fascismo, 4a Ediz., M4lano, 1963; G. Luti, Cronache letterarie ■tra le due guerre (19201940), Bari, 1966.

Cumar, Umberto

N. a Trieste il 9.4.1901; macchinista navale. Aderì al Partito comunista nel 1921, quando più virulento era, a Trieste e in tutta la regione, il terrore fascista, e partecipò attivamente alla lotta armata contro lo squadrismo, in difesa delle istituzioni operaie. Successivamente navigò per quasi tre anni, c[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 279

Brano: [...]reenfield, « Economia e liberalismo nel Risorgimento »

G. Ruini, « Economia di guerra »

1941

E. De Martino, « Naturalismo e storicismo nell’etnologia »

1942

P. Romano, « Silvio Spaventa »

A. Lucarelli, « Il brigantaggio .politico nel Mezzogiorno »

T. Moro, « L’Utopia »

1943

E. De Fonseca Pimentel, « il Monitore repubblicano »

Bibliografia: E. Garin, « La Casa editrice Laterza e mezzo secolo di cultura italiana », in La cultura italiana tra '800 e '900, Bari 1962.

Latina

Provincia del Lazio (v.) comprendente 33 comuni, con una popolazione complessiva di circa 386.000 abitanti (81.000 nel capoluogo). Ha un reddito di 1.035.000 lire (1972) annue per abitante, di cui il 16% derivante dall’agricoltura; negli ultimi anni ha registrato un incremento delle attività industriali, per effetto degli interventi della Cassa per il Mezzogiorno.

La città venne fondata il 30.6.1932 con il nome di Littoria (convertito in quello di Latina subito dopo la Liberazione) e con grande clamore pubblicitario da parte del regime. Nel[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 236

Brano: [...].d’A., associandosi a Ferruccio Par ri e a Ugo La Malfa nella scissione da questi operata al termine dell’assise.

Nel 1945 aveva fondato la rivista di critica politica L’Acropoli

M. Gi.

Bibliografia: la sua opera di storico comprende una cospicua serie di studi e saggi, fra i quali si possono ricordare: L'età del Risorgimento italiano (Messina, 1931, 9a ediz. riveduta, Napoli, 1960); L’opera politica del conte di Cavour (Firenze, 1940); La cultura francese nell'età della Restaurazione (Milano, 1940); gli scritti raccolti nel volume Difesa del Risorgimento (Torino, 1955); gli iscritti e i discorsi politici pubblicati sotto il titolo Libertà e Storia (Torino, 1960),

Omosessuali, Repressione nazista degli

La persecuzione degli omosessuali acquistò particolare rilievo politico nel Terzo Reich dopo la strage del

30.6.1934, ordinata da Hitler contro il suo ex amico Ernest Rohm (v.) e

il nucleo dirigente dei « reparti d’assalto» (v. S.A.), che erano sospettati di volersi sostituire, nel quadro di potere nazista, al Fuhrer, ai suoi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 267

Brano: [...]illantemente evitate.

Con grande irregolarità, della terza serie di « Ordine Nuovo » poterono ancora essere compilati, tra il novembre 1924 e l'aprile dell’anno seguente, quattro fascicoli, prima che il definitivo consolidarsi del regime spegnesse, con le altre, anche questa voce di opposizione. C.Po.

Bibliografia: Ristampe anastatiche dell’» Ordine Nuovo » settimanale e quotidiano: Antologia dell’« Ordine Nuovo » settimanale nella collana La cultura italiana attraverso le riviste, Torino 1963; P. Spriano, « L’Or, dine Nuovo » e i consigli di fabbrica, Torino 1971 (contiene, con una serie di testi daU'O.N., l’introduzione di Spriano all’antologia cit.).

Per gli scritti di Gramsci cfr. A. Gramsci, « L’Ordine Nuovo » 19191920, Torino 1954; ld., Socialismo e fascismo. « L'Ordine Nuovo » 192122, Torino 1964; ld., La costruzione del Partito comunista 192326, Torino 1971; ld., Per la verità. Scritti 19131926, Roma 1974.

Per gli scritti di Togliatti cfr. P. Togliatti, Opere I 19171926, Roma 1967.

Sull’O.N. cfr. P. Gobetti, Storia dei c[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine La cultura, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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